Cicche

Marco fumava. Fuori pioveva. Forte. Marco vive in pochi metri quadri. Senza balcone. Marco fumava, forte. Sigarette. Una due. Tante sigarette, senza senso. I suoi occhi roteano verso la finestra: altri palazzi. Marco è tutti muscoli tisici e ossa. Marco non mangia, quasi mai. Fa le flessioni, cento al giorno divise in serie da dieci che sono il suo unico modo di alzarsi dal letto. Marco dorme abbracciato a un orso gigante che lo illude di abbracciare una persona, qualsiasi. Qualunque. Marco non legge, non studia, non guarda la TV. E non prova noia. Lui è solo, neanche un cane, non avrebbe i soldi. Si alza, cammina per la stanza. Ci ha camminato dopo tutti i colloqui di lavoro andati male. Ci ha camminato, passo dopo passo dopo ogni pugnalata ricevuta da amici, ragazze, genitori. Marco si sente morto. I suoi occhi roteano di nuovo verso la finestra. Marco strizza gli occhi che gli bruciano per le troppe sigarette. Nel suo cervello attivato da ansia che gli fa scoppiare il cuore. Cammina e si sporge. Si dice basta. Urla basta. Cade giù. Un tonfo sordo, una signora urla. Marco è morto.

Ossimori di carta

Ossimori di carta di Davide Proietti
Personaggi Lodovico giovane di successo, “realizzato”
Fanny giovane di successo, “realizzata”
Un salotto che gronda design
Lodovico e Fanny seduti su un divano dalle linee pseudo-etniche
Fanny Lodovico, carissimo!
Lodovico Eh…
Fanny Che hai àmorins, non sei entusiasta?
Lodovico (improvvisamente entusiasta) Certo che sì!
Fanny Sai che ho fatto oggi a lavoro?
Lodovico Dimmi, Fanny cara!
Fanny Una sequela entusiastica di entusiasmo!
Lodovico Davvero?
Fanny Sì!
Lodovico Io invece ho saziato la mia fame di entusiasmo!
Fanny A lavoro?
Lodovico Sì!
Pausa
Fanny Sai quel morto di fame di Erik?
Lodovico Mio Dio, purtroppo sì…
Fanny Vero? Fa schifo solo a ricordarlo…
Lodovico Non mi ci far pensare troppo, ti prego! Fai come una PIC ìndolor: ZAC e via! Fanny Ok, allora ti racconto tutto d’un fiato.
Lodovico Te ne supplico!
Fanny Insomma: questo qui arriva a lavoro tutto sudato, che schifo! Era anche sciatto…. in ritardo l’ennesima volta. Con le solite scuse: “Eh, ma non posso pagare una baby sitter, devo

accompagnare mia figlia a scuola e non riesco ad arrivare puntuale” oppure… Lodovico (interrompendola) Assurdo, ti pare che fai figli?
Fanny Infatti, desueto al massimo!
Una pausa
Lodovico Dicevi, pustolina?
Fanny Dicevo che l’ultima volta quel matto si è inventato che la moglie aveva deciso proprio quel
giorno di divorziare… che palle…
Lodovico E poi hanno divorziato davvero?
Fanny Sì!
Ridono fragorosamente
Fanny Insomma, questo rottame d’uomo che ha addirittura… Lodovico (interrompendola) No, non me lo dire, voglio indovinare! Fanny (fuori di sé dalla fibrillazione) Un gioco!
Lodovico Sì!
Fanny (serissima) E’ importante giocare, lo sai?
Lodovico (serissimo) Lo so.
Fanny L’ha detto anche…
Lodovico e Fanny La life coach! Certo!
Fanny La dottoressa Carla Emilia Genziana Indesit, certo! Lodovico Certo!
Fanny Certo!
Lodovico Ci ha cambiato la vita, certo!
Fanny Certo!
Lodovico Certo!
Pausa
Fanny Stavamo dicendo?
Una pausa meditabonda, poi un crescendo di fomento

Lodovico Non ricordo!
Fanny Neanche io!
Lodovico Figo!
Fanny Vero?
Lodovico Il massimo del postmoderno! Fanny Ce l’abbiamo fatta!
Lodovico (enfatico, ispirato) Dimenticare la memoria per costruire nuovi caleidoscopi di memoria (si alza in piedi, fomentatissimo) su ali di carta e soli infuocati, lune e soli, soleluna. (una pausa, poi, quasi urlando dalla gioia) Non indovinerai!
Fanny Cosa?
Lodovico Ho dimenticato di nuovo cosa stavo dicendo e tu…
Fanny (interrompendolo, sottolineando “io”) Io non te lo ricorderò, perché io non voglio essere io a riportarti, io, alla vita borghese.
Lodovico Hai ragione, è così bello essere proletari! Fanny Quanta gente hai licenziato, questo mese? Lodovico Cinque morti di fame!
Fanny Anch’io!
Si danno il cinque
Lodovico (divertito) Ti ricordi, l’anno scorso che è morto il padre di Eldorada e siamo andati vestiti
da Arlecchino satin, al suo funerale?
Fanny Vero… perché essere buoni è da poveri, e in definitiva fa schifo. Tutti questi bei ricordi,
io… io… (finge di trattenere a stento le lacrime) ti giuro non so cosa mi succede… ma… Fanny simula un pianto fragoroso
Lodovico (molto imbarazzato) Fegatina… ma…. stai piangendo?
Fanny smette di fingere di piangere e mostra il viso neutro, totalmente inespressivo, a Lodovico
Fanny (scandalizzata) Ma per chi mi hai preso? Se trovassero la cura per il cancro allora sì che piangerei… eh… crollerebbe il mercato dei farmaci! Sì… ogni tanto scoppio a piangere per cose assurde. Da qualche parte tutta quell’acquaccia salata dovrà pur uscire…
Lodovico (serissimo) Stima assoluta per te.

Fanny Eh!
Pausa
Lodovico Sai, sto lavorando ad un nuovo progetto.
Fanny (fintamente interessata) Davvero? Eccitantissimo! Dimmi tutto!
Lodovico Allora (si schiarisce la voce, poi estremamente serio e convincente) sto scrivendo una pubblicità che induca le giovani coppie precarie ad accendere un mutuo: il tutto rassicurandoli, puntando sull’amore, i due cuori e una capanna, gli animaletti e sul “Perché no, possiamo farcela anche noi…”.
Fanny (trattenendo le risate a stento) E possono farcela? Ridono sguaiatamente
Fanny Piccolo calcolo renale! Volevo un ragazzo ricco? Ho un ragazzo ricco! Sono così orgogliosa di te che voglio abbracciarti!
Si abbracciano ma non provano niente, totalmente anestetizzati, guardano in direzioni divergenti Il loro sguardo si spegne, si intristiscono, rimangono abbracciati come automi
Si separano dall’abbraccio evitando di guardarsi negli occhi
Lodovico Broccoletta vegan… sai…
Fanny (disorientata) Cosa… Lodovichino… mio..?
Lodovico Non lo so, Fanny cara…
Una pausa
Fanny Ti ricordi quando abbiamo cercato di comprare dei cuori nuovi al mercato nero? Lodovico Sì, ricordo…
Fanny Forse non è stato proprio il massimo…
Lodovico Boh… alla fine lo dicono tutti gli intellettuali che l’uomo è cattivo per natura. Abbiamo solo usato la nostra parte animale, cercando di disalienarci dal buonismo cattolico che abbiamo introiettato nel corso della nostra educazione.
Fanny Sì, alla fine lo dice anche il mio tatuaggio sull’avambraccio sinistro: Homo homini lupus forever.
Lodovico Vedi? Fanny Infatti… Pausa

Fanny Eh sì…
Lodovico Mh… (pausa) Hai mai provato a isolare qualcuno per distruggerlo?
Fanny (con orgoglio) Sì. (pausa di profonda riflessione) Hai notato che quei poveracci, soprattutto quelli (disgustata) sensibili, crollano letteralmente?
Lodovico Sì… (ispirato) Ah! La decadence!
Pausa
Fanny Sai… ci siamo ritrovati fra le mani un sacco di merce in PVC.
Lodovico Quella roba cancerogena?
Fanny Sì.
Lodovico Che ne avete fatto?
Fanny La conosci la legge, no?
Lodovico Capitalizzare l’errore?
Fanny Sì, l’abbiamo piazzata sottocosto, almeno ce ne sbarazziamo e risparmiamo l’affitto dei capannoni.
Lodovico Avete fatto bene.
Fanny Qualche morto di fame disinformato la comprerà.
Pausa
Lodovico Che palle l’affetto.
Fanny Vero? Anacronistico al più elevato grado.
Lodovico Sarebbe bello partecipare a qualche scontro di piazza, sarebbe una bella esperienza… almeno ci facciamo picchiare e picchiamo un po’ di poveri palestrati strafatti di bamba.
Fanny Che schifo la polizia.
Lodovico Ti ricordi quando abbiamo torturato quel ladro che abbiamo beccato in casa? Mica
abbiamo chiamato la polizia…
Fanny Sarebbe stato troppo borghese…
Lodovico Troppo borghese (si alza, fiero e indomito, mostrando il pugno sinistro alzato) Lotta operaia sempre sia!
Lodovico si svacca sul divano

Una pausa
Fanny L’hai sgridata Phuong?
Lodovico Chi?!
Fanny Phuong.
Lodovico Te l’ho detto milioni di volte: non voglio e non vorrò mai imparare nomi di negri, o la chiami negra o non capisco.
Fanny Ok… l’hai sgridata la negra?
Lodovico Oh, brava! No. Perché, che ha fatto?
Fanny Non ha lavato i piatti fino a farli brillare. Ho pensato: già li tocca con le sue mani che grondano povertà e anti-igiene, figurati se tollero che non brillino.
Lodovico Come ti capisco. Negra e per giunta donna: inferiore due volte.
Fanny Non parlare così delle donne negre, capito? Comunque ho chiamato quel suo figlio giallastro adolescente, Mang, Mong, Ming o come si chiama e gliel’ho fatti lavare con l’Amuchina davanti a me, non sia mai i germi…
Lodovico Ti prego, te l’ho detto migliaia di volte di non nominare i germi: mi vengono i brividi. Fanny Oddio, scusa infartino mio. Dai, facciamo un mantra.
Lodovico e Fanny si prendono asetticamente per mano
Fanny e Lodovico Siamo macchine macchine autosufficienti autosufficienti autosufficienti nessun germe può entrare dentro delle macchine macchine macchine soldi successo potere evviva evviva affetto umanità schifo schifo schifo ricordare mai mai dimenticare dimenticare sempre no ai germi germi germi tutto pulito e puro pulito e puro pulito e puro.
Pausa
Lodovico Cosa stavamo dicendo? Buio

About

Perché craving? Perché esprimo l’urgenza e la mancanza di idee e valori nella società e per me in quanto membro di questa società. Perché scrivere per me è un bisogno viscerale. Perché non esiste lo scrittore di storie, per me, ma solo lo scrittore che interpreta il craving della società in cui vive e se ne fa interprete e portavoce.

Cenni biografici sull’autore: mi chiamo Davide, vivo a Terni, sono laureato in Filosofia e ho un master in drammaturgia e sceneggiatura conseguito all’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico”. E altri studi non pertinenti alla scrittura.

La Terni che ama

Buongiorno alla Terni che ama
La Terni delle vasche in corso Tacito
La Terni de lu Classico
La Terni de li bardasci e delle bardasce
La Terni LGBT
La Terni che resiste per esistere
La Terni che aspetta che piazza Tacito riapra
La Terni che ho vissuto in solitudine tutte le estati del mio sviluppo da potto a uomo
La Terni dove vivo. E dove, nonostante tutto, batte il mio cuore rosso verde. Verde come l’Umbria e rosso come il cuore mio. ❤️💚

Deserto

Quanto vorrei degli amici in questo deserto. Quanto vorrei che questo deserto fiorisse. Quanto vorrei vedere i petali parlare. Sussurrare, dire, che noi ci siamo. Che noi ascoltiamo e guardiamo, che sentiamo. Magari avere un tutorial sull’empatia. Quanto vorrei degli amici empatici in un mondo desertificato.